Chiusura notturna del punto di primo soccorso: gli aronesi non paghino le cambiali politiche di Gusmeroli!

Questa la posizione del Partito democratico dopo il vergognoso voto contrario della maggioranza leghista alla mozione della minoranza che chiedeva la difesa del Punto di primo soccorso dell'ospedale di Arona. 

Un anno fa Alberto Gusmeroli, fresco di elezione, comperava pagine di giornale, con foto della sua squadra per ringraziare gli aronesi del consenso elettorale e confermare a chiare lettere, fra gli impegni della sua amministrazione: «Difesa dell’ospedale e del punto di primo soccorso». D’altronde l’aveva sempre ripetuto, con l’enfasi declamatoria che non lo abbandona mai, nella sua lunghissima campagna elettorale. Ora cambia totalmente idea.
Nella sua squadra c’era e c’è un altro Gusmeroli, Marco, oculista libero professionista da decenni. E’ lui che tuona contro l’economicità e addirittura il pericolo, a suo dire, del mantenere il punto di primo soccorso notturno in Arona. Il fratello sindaco lo chiuderà per il bene degli aronesi! A quando il passo di chiudere anche quello diurno? Proietta in Consiglio il costo di questo servizio notturno e lo quantifica in oltre un milione di euro. Dimentica di aver accorpato strumentalmente in tale dato molti costi fissi che non scomparirebbero con lo scomparire del servizio. Non è con le forzature e “dando i numeri” che si affronta un problema serio per gli aronesi e per tutti gli utenti del comprensorio, qual è il punto di primo soccorso.
Il punto, comunque, non sarà mai solo il costo. Il punto è il taglio di un altro servizio. Sarà l’obiettivo della Regione, ma non può diventare quello del sindaco di Arona prima ancora di un serio confronto.
Sconvolge – ma non sorprende – il mutismo e la totale subordinazione dei consiglieri di maggioranza, leghisti e non leghisti.
Un anno Alberto Gusmeroli fa incassava il voto degli aronesi, oggi si appresta ad incassare ben altri sostegni dalla Lega e per farlo deve offrire una sponda muta e supina ai programmi regionali di tagli nella sanità.
Vorremmo dire che così facendo paga a Cota una cambiale politica, ma ci sbaglieremmo: la pagheranno, invece, tutti i cittadini.

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